L’esposizione all’inquinamento può causare stress ossidativo, invecchiamento precoce e infiammazioni a livello cutaneo. Poiché la maggior parte di noi è esposta quotidianamente a questo rischio, la protezione è fondamentale.
Nonostante i limiti imposti dalle Linee guida sulla qualità dell’aria dall’Organizzazione mondiale della sanità, i livelli di inquinanti atmosferici sono in costante aumento in tutto il mondo. Secondo l’Oms oltre tre milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento e circa il 90% della popolazione mondiale vive in zone i cui livelli di inquinanti superano di gran lunga i limiti imposti. Le aree metropolitane, in cui il traffico, gli impianti industriali e il riscaldamento degli edifici la fanno da padrone, sono sicuramente quelle in cui i livelli di inquinanti destano particolari preoccupazioni. Le principali fonti di inquinamento sono il particolato (PM10), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), i composti organici volatili (COV), gli ossidi di azoto e zolfo, il monossido di carbonio, l’ozono e i metalli pesanti. Uno dei principali responsabili dell’inquinamento da PM10 è il traffico urbano: i trasporti stradali, infatti, producono più di un quarto del totale delle emissioni e la metà circa degli ossidi di azoto, del monossido di carbonio e del benzene presenti nell’aria delle città. Per gli ossidi di zolfo, invece, la fonte primaria è il settore industriale, soprattutto la produzione di energia, cui si devono i 3/4 del totale delle emissioni. Gli effetti dell’inquinamento ambientale sulla salute umana sono noti da tempo e coinvolgono principalmente l’apparato cardiovascolare e polmonare comportando, tra l’altro, anche un aumento del rischio di infezioni microbiche e virali.
Studi recenti hanno dimostrato come l’inquinamento impatti negativamente anche sulla salute della pelle e sulla sua capacità di fungere da barriera contro lo stesso. L’esposizione quotidiana alle fonti di inquinamento può, infatti, causare invecchiamento precoce della pelle, iperpigmentazioni o acne. L’esposizione può anche portare a problemi dermatologici più gravi, come dermatite atopica e psoriasi. Le sostanze inquinanti possono anche indebolire la funzione di barriera cutanea e penetrare attraverso la pelle, causando tossicità sistemica in altri organi.
Gli effetti negativi dell’inquinamento sulla pelle, inoltre, provocano l’alterazione del microbioma cutaneo e un’eccessiva produzione di radicali liberi, che riducono il naturale contenuto di antiossidanti nella pelle. Alcuni inquinanti possono permeare anche negli strati più profondi della pelle e generare reazioni infiammatorie anche gravi.
L’importanza del microbioma cutaneo
La pelle è colonizzata da vari tipi di microorganismi, che formano il microbioma cutaneo. La sua composizione varia leggermente tra gli individui e, a seconda delle aree corporee, dipende dall’età, dalla dieta, dallo stile di vita e dall’ambiente. L’ecosistema cutaneo è collegato all’intero sistema immunitario, svolge un ruolo fondamentale nella corretta funzione di barriera cutanea e ha conseguenze sullo stato di salute complessivo. Gli inquinanti atmosferici hanno un impatto negativo sulla microflora della pelle. L’ozono, in particolare, ne determina una diminuzione di circa il 50%. Queste alterazioni possono favorire il sopravvento, nello strato corneo, quello più superficiale, di ceppi di batteri patogeni, come lo Staphylococcus spp. e Streptococcus spp., responsabili di varie patologie cutanee come impetigine, psoriasi e dermatite atopica. È stata inoltre confermata la relazione tra inquinamento atmosferico e acne. Le particelle di inquinamento, depositandosi sulla pelle, bloccano i pori e creano un ambiente ideale per la crescita di Propionibacterium acnes, il principale batterio responsabile dell’acne. In più, gli inquinamenti aumentano il tasso di secrezione di sebo, diminuiscono il contenuto di vitamina E nella pelle e favoriscono l’infiammazione, con conseguente peggioramento dell’aspetto della pelle.
Attenzione ai radicali liberi
I radicali liberi sono molecole altamente reattive e instabili, la cui produzione è un evento fisiologico che si verifica normalmente nelle reazioni biochimiche cellulari, soprattutto in quelle che utilizzano ossigeno per produrre energia. Ma possono essere prodotti anche a causa di fattori esterni come la luce UV, le sostanze chimiche tossiche e altri inquinanti. I radicali liberi più conosciuti sono quelli a contenuto d’ossigeno (ROS – Reacting Oxygen Species)
A basse concentrazioni, i ROS svolgono un ruolo importante nei meccanismi regolatori che riguardano la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule. Essendo instabili, però, possono facilmente reagire con altre molecole all’interno delle cellule, causando danni e alterazioni che riguardano tutto il corpo. All’interno del nostro organismo l’impatto negativo dei ROS viene bilanciato da un insieme di sostanze antiossidanti quali enzimi, acido ascorbico (vitamina C), tocoferolo (vitamina E) e in grado di ripristinare il giusto l’equilibrio. Purtroppo, l’esposizione continua all’inquinamento atmosferico comporta una riduzione del nostro naturale sistema antiossidante. Si genera in questo modo quello che viene definito stress ossidativo che causa gravi danni alla pelle. In particolare il danno riguarda l’alterazione dei lipidi cutanei, le molecole che formano il film idrolipidico. Ciò comporta una riduzione della funzione di barriera della pelle che a sua volta ci rende più suscettibili agli agenti patogeni, alle radiazioni, agli allergeni e alle tossine ambientali in generale.
I pericoli dell’inquinamento domestico
Anche la qualità dell’aria degli ambienti interni è fondamentale e se pensiamo di essere al riparo dall’inquinamento, ci sbagliamo. Trascorriamo, infatti, la maggior parte del tempo in ambienti chiusi dove sono presenti numerose fonti di inquinamento: materiali da costruzione, vernici, solventi e colle presenti in mobili e arredi, tappezzerie, stufe e camini a legna o a altre biomasse, detersivi e profumatori per ambienti. A questi si aggiungono polvere e allergeni derivanti da animali domestici, acari, spore e muffe. Ai danni cronici sulla pelle, dovuta all’esposizione agli inquinanti “domestici”, si sommano gli effetti dello scarso ricambio d’aria e le temperature più elevate, tipici di uffici e spazi chiusi che causano secchezza della pelle provocando desquamazione e prurito.
Oggi particolare attenzione è posta anche ai possibili danni causati dall’esposizione prolungata alla luce blu, vale a dire le radiazioni emesse dagli schermi di pc, tablet e smartphone. La luce blu fa parte dello spettro visibile a differenza degli ultravioletti (luce UV) e degli infrarossi (luce IR) che fanno parte dello spettro invisibile. È noto da tempo che i raggi UV sono in grado di danneggiare la pelle e gli occhi, pertanto siamo abituati ad applicare creme solari e occhiali da sole per proteggerci. Ma ci troviamo ancora impreparati su come difenderci dai possibili danni dovuti all’esposizione continua alla luce blu. Sebbene la luce blu abbia meno energia della luce ultravioletta, non viene quasi filtrata quando attraversa l’occhio e raggiunge la retina causando un possibile danneggiamento della stessa. La luce blu è infatti ritenuta una delle possibili responsabili delle fotoretinopatie. Allo stesso modo, recenti studi hanno dimostrato come la luce blu abbia delle implicazioni negative anche sulla salute della pelle. La luce blu compromette l’attività dei fibroblasti, le cellule del derma che producono il collagene e danno compattezza alla pelle. Inoltre stimola la produzione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cutaneo, e della melanina, che favorisce la formazione delle macchie.
I rimedi per proteggere la pelle dall’inquinamento
Consapevoli di esser inermi rispetto all’impetuosità dell’inquinamento, possiamo però mettere in atto piccoli accorgimenti per proteggere la nostra pelle e cercare di preservare al meglio la sua salute. A fine giornata è necessario pulire accuratamente il viso con un latte detergente delicato che non secca e non altera il film idrolipidico, asportando poi l’eccesso di prodotto con un pannetto di microfibra cosmetica che, grazie all’azione meccanica, asporta anche le particelle più piccole di “sporco”. Per ridurre la perdita di acqua e mantenere la pelle idratata va applicata poi una crema idratante a base di sostanze umettanti come aloe vera, glicerina, acido ialuronico o mucillagini di malva, altea e tiglio.
Al mattino va invece applicata una crema più ricca in grado di rafforzare la barriera protettiva e proteggere la pelle dall’ossidazione a base di oli e burri vegetali, ceramidi, squalene, vitamina E, vitamina C ed estratti vegetali ricchi di polifenoli antiossidanti.
Una volta a settimana, per una pulizia più profonda, è consigliabile applicare sul viso una maschera a base di argilla verde. L’argilla è una miscela di composti di origine minerale grazie ai quali ha proprietà assorbenti e “detossinanti”.
Per chi trascorre molte ore davanti computer e tablet è consigliabile applicare sullo schermo un filtro anti luce blu. In commercio se ne trovano diversi, non sono tutti realmente efficaci e pertanto è necessario affidarsi ad aziende serie che forniscono tutti i dati relativi alle caratteristiche e agli studi di efficacia.
Naturalmente è necessario fare il pieno di molecole antiossidanti attraverso l’alimentazione scegliendo alimenti ricchi di acidi grassi Omega 3-6-9 come pesce azzurro, semi oleosi e frutta a guscio e di vitamine e altre sostanze che combattono i radicali liberi come la vitamina C presente Attenzione ai metodi di cottura per preservare al meglio vitamine e antiossidanti: gli omega 3-6-9 sono sensibili alle alte temperature e alle cotture prolungate pertanto è preferibile consumare semi (compresi gli oli che se ne ricavano) e frutta a guscio crudi; per quanto riguarda il pesce scegliete alici, sardine e sgombri che richiedono cotture brevi. Allo stesso modo, vanno consumati esclusivamente crudi i cibi contenenti vitamina C, mentre per quelli ricchi di betacarotene (così come per il licopene dei pomodori) la cottura è necessaria per rendere biodisponibili e assorbibili queste preziose molecole. Nel caso di broccoli e cavoli il metodo migliore di cottura è sicuramente quella al vapore che preserva gli antiossidanti ed evita la dispersione dei sali minerali.
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