L’invecchiamento è un processo naturale che caratterizza tutte le specie viventi, anche se nell’uomo, i numerosi cambiamenti che interessano l’aspetto esteriore, con il passare degli anni giocano un ruolo molto importante per l’equilibrio psicofisico. La percezione della propria immagine corporea influenza notevolmente l’autostima, tanto che l’invecchiamento viene spesso temuto più per le conseguenze estetiche che per i problemi di salute ad esso associati.
Tra le principali teorie sull’invecchiamento è bene annoverare: la teoria evoluzionistica, la teoria della regolazione genica, la teoria della senescenza cellulare, la teoria immunitaria, la teoria neuroendocrina e tra quest,e quella sicuramente più conosciuta, anche per ragioni di marketing, la teoria dei radicali liberi .
La teoria dei radicali liberi parte dall’osservazione che le cellule dell’organismo vengono danneggiate dall’eccessiva produzione di radicali liberi, molecole contenenti atomi con un elettrone spaiato a livello dell’orbitale più esterno , risultando, per questo, più instabili. I radicali liberi tendono a reagire velocemente con molecole vicine, sottraendo loro elettroni e trasformandole a loro volta, in radicali liberi. Questo processo instaura reazioni a catena che favoriscono la produzione di sostanze tossiche e possono danneggiare alcuni componenti cellulari (fosfolipidi di membrana, DNA, proteine). A livello fisiologico i radicali liberi vengono neutralizzati da sistemi enzimatici specifici (SOD, catalisi, glutadione perossidasi) e da sostanze antiossidanti come le vitamine. L’eccessiva produzione di radicali liberi o l’inefficienza dei sistemi dei sistemi antiossidanti determina stress ossidativo e favorisce l’insorgenza di sostanze tossiche, dannose per la cellula. Secondo questa teoria la produzione mitocondriale di tali intermedi controlla la velocità del processo di invecchiamento, da qui, l’importanza delle sostanze antiossidanti nella prevenzione e nel trattamento dell’invecchiamento.
Le modificazioni anatomo-fisiologiche che interessano la pelle durante il processo di invecchiamento sono, fortunatamente, graduali e ciò ci consente di abituarci progressivamente ai cambiamenti del nostro aspetto esteriore, ma comunque, i tempi e le modalità dell’invecchiamento cutaneo dipendono, in gran parte, dalle caratteristiche individuali di ciascuno.
Le principali cause che determinano l’invecchiamento cutaneo sono di natura genetico-costituzionale e ambientale, pertanto si distingue tra invecchiamento intrinseco e invecchiamento estrinseco.
Invecchiamento intrinseco (cronologico): è legato all’età del soggetto e alle modificazioni fisiologiche che avvengono nell’organismo, è una caratteristica individuale perchè si basa una più o meno marcata predisposizione genetica. Un ruolo molto importante è svolto dagli ormoni, ad esempio in seguito alla menopausa, si osservano spesso una riduzione nello spessore della pelle ed una diminuzione della quantità di collagene ed acqua in essa contenuti.
Invecchiamento estrinseco: è indipendente dall’età ed è associato a numerosi fattori, tra cui le abitudini di vita, le malattie, l’inquinamento ambientale e le radiazioni solari. Tra gli elementi che contribuiscono maggiormente all’invecchiamento estrinseco vi sono il fumo, le sostanze tossiche, alcuni farmaci e raggi UV, che favoriscono la liberazione di mediatori dell’infiammazione, la disattivazione dei sistemi di difesa naturali dell’organismo e la produzione di radicali liberi.
Le modificazioni indotte dall’ invecchiamento cutaneo avvengono a tutti i livelli della pelle, dall’epidermide alla membrana basale, dal derma all’ipoderma ma riguardano anche i peli (diminuzione del numero, ispessimento, concentrazione in zone particolari, diminuzione di melanina), le unghie (diventano fragili, opache e tendono a deformarsi) e ghiandole cutanee (si riduce l’attività ghiandolare e con essa la produzione di sebo e sudore).